I campioni in carica del Super Rugby, i Chiefs di Waikato, confermano quanto visto la scorsa settimana e battono anche gli Highlanders.
Partita combattutissima: i Chiefs - padroni di casa- vanno subito in meta con Nanai-Williams, ma sono gli ospiti ad avere il possesso e la superiorità territoriale nei primi 40 minuti, che chiudono sul 16-7 grazie ad una meta di Hardie e a tre piazzati del n.10 Sopoaga.
La ripresa però è tutta dei Chiefs.
Messam accorcia le distanze, Cruden trasforma ancora e in chiusura di match mette lo zampino nella bellissima azione da meta conclusa da Ngatai.
sabato 1 marzo 2014
giovedì 27 febbraio 2014
Arbitri "smutandati": ammenda per il club amatoriale Aylestone St James!
La notizia viene dall'Inghilterra ed è riportata oggi da BBC News.
Il club amatoriale dell'Aylestone St James è stato multato dalla RFU- la federazione inglese di rugby union- di 1575 sterline.
Il motivo è bizzarro: smutandamento degli ufficiali di gara!
Gli arbitri erano entrati nella clubhouse dei padroni di casa dopo una partita di campionato col Grimsby senza essere a conoscenza della regola imposta agli avventori della sede del team del Leicestershire: si entra senza mutande!
Alcuni giocatori hanno quindi provveduto a privare degli indumenti intimi gli ufficiali di gara, senza permettere loro di togliersi i pantaloni...
Nel verbale redatto successivamente all'accaduto, uno degli arbitri ha descritto l'esperienza come "umiliante ed imbarazzante: ho passato 12 ore di disagio e dolore".
Il club, rispondendo alla commissione disciplinare, afferma che "gli ufficiali di gara non sono stati sottoposti a umiliazioni o messi a disagio in alcun modo".
Lezione del giorno? Leggere sempre le regole prima di entrare in una clubhouse di una squadra inglese!
Qui il commento della partita, e del post-partita, sul profilo Twitter del club:
Il club amatoriale dell'Aylestone St James è stato multato dalla RFU- la federazione inglese di rugby union- di 1575 sterline.
Il motivo è bizzarro: smutandamento degli ufficiali di gara!
Gli arbitri erano entrati nella clubhouse dei padroni di casa dopo una partita di campionato col Grimsby senza essere a conoscenza della regola imposta agli avventori della sede del team del Leicestershire: si entra senza mutande!
Alcuni giocatori hanno quindi provveduto a privare degli indumenti intimi gli ufficiali di gara, senza permettere loro di togliersi i pantaloni...
Nel verbale redatto successivamente all'accaduto, uno degli arbitri ha descritto l'esperienza come "umiliante ed imbarazzante: ho passato 12 ore di disagio e dolore".
Il club, rispondendo alla commissione disciplinare, afferma che "gli ufficiali di gara non sono stati sottoposti a umiliazioni o messi a disagio in alcun modo".
Lezione del giorno? Leggere sempre le regole prima di entrare in una clubhouse di una squadra inglese!
Qui il commento della partita, e del post-partita, sul profilo Twitter del club:
Harinordoquy, addio a Biarritz?
Quali sono i due giocatori più rappresentativi della storia moderna del rugby a Biarritz?
Facile la risposta: uno è l'attuale presidente del club basco, il mito Serge Blanco, l'altro è il capitano del team, Imanol Harinordoquy. Un giocatore fondamentale, un vero trascinatore per la squadra. Uno che non molla mai quando c'è da lottare: impressa nella memoria di ogni appassionato è l'immagine del campione che difende la maglia coi colori di Euskadi mentre indossa una maschera protettiva per il naso, rotto in uno scontro di gioco.
Immaginarlo con un'altra divisa? Difficile, ma non impossibile. E sembra che i tifosi baschi saranno costretti ad abituarsi all'idea.
In un'intervista rilasciata all'Equipe infatti il 34enne basco ha confessato di esser seriamente interessato alle offerte dall'Inghilterra e dal Giappone.
Quali le cause dell'eventuale addio?
Gli animi a Biarritz sono movimentati quanto le acque del Golfo di Biscaglia: la squadra rischia seriamente la retrocessione in Pro D2, i giocatori si azzuffano tra di loro (proprio Harinordoquy vs Lakafia in allenamento poco tempo fa) e la fusione con Bayonne per un super team basco non è andata a buon fine.
Un insieme di elementi che porta il n.8 a pensare di giocarsi altrove "gli ultimi due anni della carriera, per ritrovare il piacere di giocare".
Comunque vada in bocca al lupo, Imanol.
Facile la risposta: uno è l'attuale presidente del club basco, il mito Serge Blanco, l'altro è il capitano del team, Imanol Harinordoquy. Un giocatore fondamentale, un vero trascinatore per la squadra. Uno che non molla mai quando c'è da lottare: impressa nella memoria di ogni appassionato è l'immagine del campione che difende la maglia coi colori di Euskadi mentre indossa una maschera protettiva per il naso, rotto in uno scontro di gioco.
Immaginarlo con un'altra divisa? Difficile, ma non impossibile. E sembra che i tifosi baschi saranno costretti ad abituarsi all'idea.
In un'intervista rilasciata all'Equipe infatti il 34enne basco ha confessato di esser seriamente interessato alle offerte dall'Inghilterra e dal Giappone.
Quali le cause dell'eventuale addio?
Gli animi a Biarritz sono movimentati quanto le acque del Golfo di Biscaglia: la squadra rischia seriamente la retrocessione in Pro D2, i giocatori si azzuffano tra di loro (proprio Harinordoquy vs Lakafia in allenamento poco tempo fa) e la fusione con Bayonne per un super team basco non è andata a buon fine.
Un insieme di elementi che porta il n.8 a pensare di giocarsi altrove "gli ultimi due anni della carriera, per ritrovare il piacere di giocare".
Comunque vada in bocca al lupo, Imanol.
mercoledì 26 febbraio 2014
"Uniti nella rivalità": un video spiega come far andare d'accordo tifosi rivali...
Il "tifo contro" non è proprio nell'animo del rugbista, e nemmeno nel suo stile.
Ma questo promo mai visto in TV, forse perché troppo "anti-inglese" , spiega come gallesi, scozzesi ed irlandesi possano essere d'accordo su una cosa in particolare, e non si tratta di birra...
Ma questo promo mai visto in TV, forse perché troppo "anti-inglese" , spiega come gallesi, scozzesi ed irlandesi possano essere d'accordo su una cosa in particolare, e non si tratta di birra...
Voci d'Oltremanica: "L'Italia merita di stare nel Sei Nazioni"
Quante volte abbiamo sentito fan scontenti dire che l'Italia non merita il Sei Nazioni, appassionati di rugby (o presunti tali) sostenere che le presenze della nostra Nazionale e della Scozia nel Torneo ne abbassino notevolmente il livello, giornalisti d'Oltremanica (e a volte d'Oltralpe, ma per altri motivi...) inneggiare a gran voce al ritorno ad un Championship a cinque squadre?
Molte, ma oggi sentiamo una voce fuori dal coro, più che mai inaspettata visti i risultati e il gioco che la nostra Nazionale ha saputo esprimere nel corso di questo Six Nations.
E' quella di Jamie Hosie di "The Rugby Blog" che, nella sua rubrica settimanale "5 things we learned" (Le cinque cose che abbiamo imparato- in questo caso dalla 3^ giornata del Sei Nazioni) evidenzia come, secondo lui, sia Italia che Scozia abbiano dimostrato nell'incontro di sabato di meritare appieno la permanenza nel Torneo.
Dopo aver visto la faccia di Brunel alla fine del match dell'Olimpico, e soprattutto dopo averne sentito le parole ( il Baffo ha definito quella contro la Scozia "la peggior partita della gestione", e come dargli torto?), viene quasi il dubbio che Hosie abbia messo una bella dose di british humour nel suo articolo. E invece no: dopo aver già difeso a spada tratta la permanenza della Scozia nel Six Nations ancora prima della partita con l'Italia, Hosie prende sotto la sua ala protettrice anche gli Azzurri; secondo lui infatti la due nazionali in coda alla classifica del Torneo hanno dato vita ad un incontro definito "fascinating" - affascinante, interessante- specialmente nel secondo tempo, con tre belle mete e il drop all'ultimo minuto di Duncan Weir. "Non è stato il match migliore dal punto di vista qualitativo"- continua Hosie- " ma certamente è stato uno dei più divertenti".
Molte, ma oggi sentiamo una voce fuori dal coro, più che mai inaspettata visti i risultati e il gioco che la nostra Nazionale ha saputo esprimere nel corso di questo Six Nations.
E' quella di Jamie Hosie di "The Rugby Blog" che, nella sua rubrica settimanale "5 things we learned" (Le cinque cose che abbiamo imparato- in questo caso dalla 3^ giornata del Sei Nazioni) evidenzia come, secondo lui, sia Italia che Scozia abbiano dimostrato nell'incontro di sabato di meritare appieno la permanenza nel Torneo.
Dopo aver visto la faccia di Brunel alla fine del match dell'Olimpico, e soprattutto dopo averne sentito le parole ( il Baffo ha definito quella contro la Scozia "la peggior partita della gestione", e come dargli torto?), viene quasi il dubbio che Hosie abbia messo una bella dose di british humour nel suo articolo. E invece no: dopo aver già difeso a spada tratta la permanenza della Scozia nel Six Nations ancora prima della partita con l'Italia, Hosie prende sotto la sua ala protettrice anche gli Azzurri; secondo lui infatti la due nazionali in coda alla classifica del Torneo hanno dato vita ad un incontro definito "fascinating" - affascinante, interessante- specialmente nel secondo tempo, con tre belle mete e il drop all'ultimo minuto di Duncan Weir. "Non è stato il match migliore dal punto di vista qualitativo"- continua Hosie- " ma certamente è stato uno dei più divertenti".
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